
Ti sarà sicuramente capitato di trovarti con una penna che non scrive più tra le mani e chiederti, anche solo per un momento, dove dovresti buttarla. È una domanda semplice, quotidiana, ma capace di farci riflettere su quanto poco spesso ci soffermiamo a pensare al destino degli oggetti che usiamo ogni giorno. Non sei il solo a chiedertelo: il dubbio su dove si buttano le penne è più comune di quanto sembri, e spesso la risposta non è quella che ci aspetteremmo.
· Penne e biro: non sempre la plastica è la risposta
A prima vista, le penne in plastica sembrano fatte per finire nel bidone giallo. Eppure non è così. Le penne a sfera, le biro e le penne gel sono composte da una combinazione di materiali difficili da separare: plastica, metallo, inchiostro, gomma. Tutti elementi che rendono impossibile il loro riciclo. Per questo, quando una penna smette di scrivere, non va nella raccolta della plastica, ma nel secco indifferenziato. È lì che finiscono gli oggetti che non appartengono a una categoria precisa, quelli che non possono essere recuperati o trasformati in nuovi materiali.
· Pennarelli e evidenziatori: un colore che non si ricicla
Anche i pennarelli e gli evidenziatori seguono la stessa sorte. A renderli non riciclabili sono gli inchiostri e i solventi che contengono, sostanze chimiche che compromettono qualsiasi tentativo di recupero. Sembrano oggetti innocui, ma il loro smaltimento richiede la stessa attenzione delle penne: anche loro devono essere gettati nell’indifferenziato. È un piccolo promemoria di quanto ogni gesto abbia un impatto concreto sull’ambiente.

· Le matite: tra legno e grafite
Le matite hanno una natura diversa, più semplice e naturale. Legno, grafite e un pizzico di colla: materiali che sembrano amici dell’ambiente. Tuttavia, nemmeno loro trovano posto nella raccolta differenziata, perché la grafite e gli adesivi non permettono un vero riciclo. Quando una matita si accorcia troppo o si spezza, il suo posto è comunque nel secco. La differenza è che, essendo composte principalmente da legno, lasciano un’impronta ecologica più leggera.
· Gli altri oggetti di cancelleria
Gomme, temperini, righelli, squadre: tutto quel piccolo mondo che abita astucci e scrivanie. In molti casi, questi oggetti possono essere buttati nella plastica, se fatti interamente di quel materiale. Ma quando contengono inserti metallici, lame o componenti misti, la destinazione corretta torna a essere l’indifferenziato. Ogni Comune, comunque, può avere regole leggermente diverse, e vale sempre la pena controllare attraverso un’app dedicata o il sito ufficiale della raccolta rifiuti locale.
· Riuso e creatività: una seconda vita per le penne
Prima di buttare via una penna, vale la pena chiedersi se davvero non possa avere una seconda possibilità. Ci sono persone che trasformano penne esaurite e matite consumate in piccole opere d’arte, decorazioni, portapenne o gioielli. Anche un oggetto destinato al cestino può rinascere sotto un’altra forma. Il riuso, in fondo, è un modo per rallentare il consumo e dare valore a ciò che altrimenti finirebbe dimenticato.

· Conclusione
Sapere dove si buttano le penne usate non è solo una questione pratica, ma un modo per riscoprire l’importanza dei gesti quotidiani. Smaltire correttamente una penna o un pennarello può sembrare insignificante, ma è proprio la somma di questi piccoli comportamenti a costruire una mentalità più consapevole.
Ogni volta che scegli con attenzione dove buttare una penna, una matita o un evidenziatore, partecipi a un’idea più grande: quella di un mondo in cui nulla è davvero “usa e getta”, ma tutto ha un ciclo, un valore, una responsabilità. E allora sì, anche decidere dove buttare le penne può diventare un piccolo atto di rispetto, silenzioso ma concreto, verso l’ambiente che ci circonda.